Gli incidenti di Bhopal nel 1984, Chernobyl nel 1986, Tolosa nel 2001 o Fukushima nel 2011 hanno dimostrato il rischio elevato associato alla dispersione nell’ambiente di sostanze pericolose e i loro effetti dannosi su una moltitudine di persone nelle immediate vicinanze o in un’area geografica molto più ampia. Tali catastrofi chimiche o radiologiche, come pure quelle provocate dal cedimento di dighe, sono essenzialmente il risultato dell’attività umana e spesso il loro verificarsi sembra più prevedibile di quello delle calamità naturali.