Emergenza Chimica

Pericolosità Tecnologiche

Emergenza Chimica

Preparato da TESEC – European Centre of Technological Safety (Kiev, Ukraine) & the Editorial Board

I termini “incidente chimico” ed “emergenza chimica” vengono utilizzati in riferimento ad un evento pericoloso risultante dal rilascio di una o più sostanze pericolose per la salute umana e/o per l’ambiente, nel breve o nel lungo periodo. Tali eventi comprendono incendi, esplosioni, perdite o rilasci di sostanze tossiche che possono causare malattie, ferite, disabilità o morte ad un grande numero di persone.

La popolazione può essere colpita tramite la contaminazione, derivante da un incidente chimico, dell’aria, dell’acqua o della catena alimentare.

Le persone esposte si trovano solitamente all’interno od all’esterno di un sito industriale. In un’area urbana, la popolazione esposta può trovarsi in prossimità di un veicolo accidentato che sta trasportando sostanze pericolose. Meno frequentemente, la popolazione esposta si trova ad una certa distanza dal luogo dell’incidente, a volte anche oltre gli stessi confini nazionali.

Oltre agli effetti sulla salute umana, gli incidenti chimici possono provocare danni estesi ed a lungo termine all’ambiente, con considerevoli costi economici di bonifica.

Il termine “emergenza chimica” viene utilizzato per identificare un evento pericoloso rappresentato da un rilascio di sostanze nocive per la salute umana e/o per l’ambiente, nel breve o nel lungo periodo. Tali eventi comprendono gli incendi, le esplosioni e le fuoriuscite di sostanze tossiche, che possono causare malattie, traumi o la morte per molte persone.

Questa definizione va di pari passo con quella di “incidente chimico”, nel quale l’esposizione al rilascio di sostanze nocive può causare malattie o la possibilità di malattie. Il numero di persone coinvolte in un incidente chimico può essere anche molto basso (a volte pari a zero), ma malattie, disabilità o morte possono verificarsi anche molto tempo dopo l’esposizione.

Dal punto di vista della salute, esistono numerosi modi di classificare le emergenze chimiche, nessuno dei quali risulta completo o mutualmente esclusivo. La classificazione può basarsi su:

  • Le sostanze chimiche coinvolte, le quantità rilasciate, la loro struttura fisica, e dove e quando il rilascio ha avuto luogo;
  • Le sorgenti di diffusione;
  • L’estensione dell’area contaminata;
  • Il numero di persone esposte o a rischio;
  • I percorsi di esposizione;
  • Le conseguenze sulla salute e mediche dell’esposizione.

Le modalità d’esposizione principali, in caso di incidenti chimici, sono rappresentati dalla dispersione delle sostanze pericolose attraverso l’aria e l’acqua (sostanze infiammabili, esplosive, corrosive, ossidanti, asfissianti, tossiche, patogene od allergeniche).

Le sostanze chimiche nocive, presenti nelle comunità di tutto il mondo, trovano principale concentrazione in impianti industriali, nei mezzi di trasporto autostradali, ferroviari, fluviali e marini. Se non manipolati con cura, esse possono minacciare la nostra salute ed inquinare l’ambiente. Gli incidenti (compresi gli incendi, le esplosioni e la dispersione di sostanze chimiche) che portano al rilascio di queste sostanze possono avere effetti negativi sulla salute umana, sulla proprietà e sull’ambiente. L’esposizione umana a sostanze nocive può causare infermità o addirittura la morte per molte persone.

La produzione e l’uso di sostanze chimiche sono fattori fondamentali per lo sviluppo economico di tutti i paesi, siano questi industrializzati o in via di sviluppo. In un modo o nell’altro, le sostanze chimiche producono effetti diretti o indiretti verso tutte le persone e sono essenziali per la nostra nutrizione (fertilizzanti, pesticidi, additivi alimentari, packaging ecc.), per la nostra salute (farmaci, materiali per la pulizia), o per il nostro benessere (elettrodomestici, carburanti ecc.). Le sostanze chimiche sono diventate parte della nostra vita, supportando molte delle nostre attività, prevenendo e controllando molte malattie e incrementando la produzione agricola.

Ad essere a rischio non sono solo coloro che operano con le sostanze chimiche. Anche noi possiamo essere a rischio, nelle nostre abitazioni, se utilizziamo male tali sostanze o se veniamo coinvolti in incidenti, ma anche se veniamo contaminati da prodotti di consumo, incluso il cibo.

Gran parte degli incidenti chimici hanno avuto effetti limitati, ma alcuni si sono trasformati in catastrofi:

  • la perdita di gas avvenuta a Bopal, India, nel 1984, che ha prodotto migliaia di morti e reso disabili molte persone http://www.bhopal.com.
  • le esplosioni avvenute nel 2000 presso la fabbrica di fuochi d’artificio Fireworks S.E., nella città di Enschede, Olanda, che causò la morte di 22 persone ed il ferimento di quasi 1000. L’incidente produsse danni ingenti su di un’area vasta circostante la fabbrica, inclusa un’area residenziale ed il birrificio Grolsch (contenente un grande sistema di refrigerazione ad ammoniaca).
  • l’incidente del 2001 a Tolosa, in Francia, dove un’esplosione di 300 tonnellate di nitrato d’ammonio, in un impianto per fertilizzanti della AZF, provocò la morte di 30 persone ed il ferimento di circa 10.000.

L’ambiente può divenire contaminato: le sostanze chimiche possono inquinare l’aria, l’acqua che beviamo ed il cibo; possono anche contaminare boschi e laghi, uccidendo gli animali e degradando gli ecosistemi.

L’esposizione dell’uomo può avvenire tramite contatto diretto con la pelle o con gli occhi, attraverso l’inalazione o l’ingestione di sostanze chimiche nocive. Gli effetti negativi delle sostanze chimiche dipendono dalla tossicità e dall’esposizione alla sostanza. La tossicità è una proprietà delle sostanze chimiche, mentre l’esposizione dipende dal modo in cui la sostanza viene utilizzata. Il livello di esposizione dipende dalla concentrazione della sostanza chimica nociva e dal periodo nel quale essa rimane a contatto con l’uomo. Molte sostanze non vengono percepite dall’odore, sebbene siano presenti nell’aria in concentrazioni anche pericolose.

Gli effetti delle sostanze chimiche sull’uomo possono essere gravi: un effetto immediato si può avere anche dopo una breve esposizione. Gli effetti cronici solitamente richiedono ripetute esposizioni e spesso si osserva un ritardo tra la prima esposizione e la comparsa di effetti indesiderati. Una sostanza può avere effetti sia acuti che cronici. Entrambe le condizioni di effetto acuto e cronico possono determinare infermità permanenti. Ad esempio, l’esposizione a solventi può causare dermatiti da contatto, mal di testa o nausea e questi effetti possono essere sia acuti che temporanei.

Gli effetti di un incidente chimico non sono solamente rappresentati dall’esposizione diretta dell’uomo, da morte o da ferite, ma anche dall’inquinamento dell’ambiente, che dovrà essere decontaminato e riportato alla sua condizione precedente. Nel caso di incidenti disastrosi (come quello di Bhopal del 1984, di Enschede del 200 e di Tolosa del 2001), con migliaia di vittime, si possono determinare conseguenze negative anche di tipo psicologico, economico e sociale.

La prevenzione degli incidenti chimici e la protezione della popolazione e dell’ambiente dalle emergenze chimiche si basano su di un Sistema di Gestione dell’Emergenza composto dai seguenti elementi fondamentali: prevenzione, preparazione, reazione e soccorso.

La prevenzione ha come principale obiettivo quello di prevenire gli incidenti in cui possono essere coinvolte sostanze nocive e di limitare le eventuali conseguenze negative alla salute qualora un incidente si verifichi effettivamente.

La gestione degli impianti pericolosi implica una forte assunzione di responsabilità nel progettare, costruire e far funzionare gli impianti in modo sicuro.

Le autorità pubbliche, comprese quelle sanitarie, dovrebbero cooperare, tra i diversi paesi, scambiando informazioni che possono prevenire incidenti o l’esposizione dell’uomo alle sostanze chimiche nocive. I professionisti nei campi della medicina e della salute dovrebbero essere coinvolti nei processi decisionali legati alla prevenzione degli incidenti chimici.

I principali strumenti per ridurre gli effetti delle emergenze chimiche sono la preparazione, la reazione e il soccorso.

Essere preparati ad un’emergenza ha come obiettivo principale la riduzione delle conseguenze negative di un incidente. I ruoli e le responsabilità delle persone e delle organizzazioni coinvolte nelle attività di reazione all’emergenza devono essere chiaramente definiti nei piani di emergenza (includendo la capacità di riconoscere i segnali di allarme e la conoscenza delle azioni da seguire in caso di emergenza). Come parte del processo di costruzione del piano di emergenza vi deve essere anche l’identificazione dei rischi potenziali e delle aree dove questi possono manifestarsi. L’unica strada verso la sicurezza è quella che punta sulla conoscenza dell’origine e della natura dei rischi.

La preparazione e l’organizzazione della reazione devono tenere in considerazione la natura di possibili effetti clinici (nonché psicologici) sulle persone che possono essere colpite, compreso il personale addetto alle operazioni di reazione, i lavoratori e la popolazione locale.

Gli ospedali e le altre strutture di cura, di cui si ha bisogno durante la fase di reazione ad un’emergenza chimica, dovrebbero sviluppare sistemi in grado di accogliere e gestire grandi numeri di pazienti in breve tempo.

La reazione all’emergenza ed il soccorso hanno come obiettivo principale la protezione di se stessi e degli altri. Chi coordina le operazioni di emergenza sul posto dovrebbe decidere le azioni immediate da intraprendere, comprese quelle finalizzate ad evitare o limitare l’esposizione alle sostanze nocive; questo sulla base delle informazioni preliminari disponibili riguardo al luogo ed alla natura dell’emissione, alle sostanze nocive coinvolte ed alle altre relative analisi. Il personale medico dovrebbe fornire assistenza, se richiesta, quando tali decisioni vengono prese.

Le autorità pubbliche ed il mondo dell’industria dovrebbero farsi carico di migliorare la consapevolezza del pubblico relativamente ai pericoli chimici presenti all’interno delle comunità, nonché alle modalità di comportamento in caso di incidente (ad esempio attraverso la comprensione delle procedure di evacuazione e di protezione sul luogo dell’incidente). Nel caso di incidente, le persone devono poter ricevere, in modo continuo, informazioni specifiche sui comportamenti e sulle misure di sicurezza più efficaci da adottare.

Immediatamente dopo la fuoriuscita di sostanze tossiche si dovrebbe dare inizio ad adeguate analisi epidemiologiche e mediche. Le persone che hanno subito una rilevante esposizione alle sostanze tossiche durante un incidente (al di là che manifestino o meno effetti evidenti) dovrebbero essere esaminate e schedate per garantire loro un monitoraggio di breve o lungo periodo. È bene raccogliere campioni biologici per analisi immediate e di lungo periodo.

The harmful effects of chemical substances depend on the toxicity of the chemical and exposure to it. Toxicity is a property of the chemical substance, while exposure depends on the way the chemical is used. The level of exposure depends on the concentration of the hazardous chemical and the period of contact time. Many substances do not give any warning (by odour for example), even though they may be present at dangerous concentrations in the air.

The first and most essential step in the safe use of chemicals is to know what they are, their potential impact on health and the environment and how to control them. That knowledge should be available for all. Furthermore, that inherently complex knowledge must be organised in such a way that essential information on chemical hazards and corresponding protective measures can be identified and conveyed to the user in a form that is easy to understand. 

La prevenzione delle emergenze chimiche, nel rispetto delle persone e dell’ambiente, è l’obiettivo principale del Sistema di Gestione dell’Emergenza. La gestione di un impianto pericoloso implica una forte assunzione di responsabilità nel progettare, costruire e gestire tali impianti in modo sicuro.

Nessuna sostanza chimica può causare effetti nocivi se non entra prima nel corpo o non ne viene in contatto. Esistono 4 modalità principali, ovvero canali d’esposizione, utilizzate dalle sostanze chimiche per entrare all’interno del nostro corpo:

  • Inalazione
  • Assorbimento (attraverso la pelle o gli occhi)
  • Ingestione
  • Trasferimento dalla madre al feto attraverso la placenta.

Molte sostanze chimiche utilizzate in un generico luogo possono venire disperse nell’aria formando polveri, nebbie, fumi, gas o vapore che, a loro volta, possono essere inalati. In questo modo, anche quei lavoratori o persone che non le utilizzano direttamente, ma che si trovano a distanze raggiungibili, possono essere esposti a miscele chimiche provenienti da diverse sorgenti.

Il principale canale d’esposizione dell’uomo in caso di incidente chimico è, quindi, la dispersione nell’aria o nell’acqua di sostanze pericolose.

Il monitoraggio della qualità dell’aria e l’analisi di campioni d’acqua sono tra le attività più importanti di prevenzione e di reazione rispetto agli incidenti chimici.

La mitigazione comprende tutte le misure per limitare gli effetti negativi di un’emergenza chimica. Si basa su due componenti principali:

  • La pianificazione dell’emergenza sul luogo di emissione ed in un suo intorno;
  • Presa di coscienza del pericolo da parte della comunità.

La pianificazione dell’emergenza, sul luogo di emissione ed in un suo intorno, deve fornire dettagli tecnici e procedure di organizzazione appropriate alla riduzione degli effetti negativi sulle persone, sulla proprietà e sull’ambiente, sia all’interno che all’esterno dell’impianto chimico.

I piani di emergenza sul luogo di emissione e per il suo intorno devono essere coerenti ed integrati. Come base informativa per tali piani, la gestione degli impianti pericolosi dovrebbe identificare e valutare l’intera gamma di possibili incidenti (compresi quelli a bassa probabilità, ma capaci di produrre gravi effetti). Queste informazioni dovrebbero essere presenti nei piani di emergenza. Le autorità pubbliche dovrebbero prestare particolare attenzione nell’assicurarsi che tutti gli impianti pericolosi  (incluse le piccole e medie imprese e gli utilizzatori commerciali di sostanze pericolose) adottino questo tipo di valutazione e si dotino di un apposito piano d’emergenza.

Le pubbliche autorità dovrebbero assicurare, attraverso le modalità legali e procedurali che ritengono più appropriate, che le persone potenzialmente a rischio:

  • ricevano informazioni generali sulla natura, l’estensione ed i potenziali effetti sulla salute umana e/o sull’ambiente (compresa la proprietà) degli incidenti più rilevanti che possono verificarsi in corrispondenza degli impianti pericolosi esistenti o pianificati;
  • ricevano informazioni specifiche e tempestive relative al comportamento appropriato da assumere ed alle misure di sicurezza da adottare in caso di incidente in cui siano coinvolte sostanze pericolose;
  • abbiano accesso ad altre informazioni utili per capire la natura dei possibili effetti di un incidente (ad esempio informazioni relative a sostanze pericolose in grado di causare seri effetti nell’intorno dell’area di emissione);
  • possano partecipare in modo efficace ed appropriato alle decisioni relative agli impianti pericolosi ed allo sviluppo di piani di preparazione all’mergenza per la comunità.

La protezione efficace, in caso di incidente o di reazione all’incidente, dipende da:

  • La natura dell’incidente (è un’emissione in aria o in acqua?);
  • Le sostanze pericolose coinvolte;
  • La gravità potenziale dell’incidente;
  • I potenziali effetti esterni dell’incidente;
  • La quantità ed il tipo di sostanze pericolose coinvolte;
  • La disponibilità di strutture di trattamento per reagire all’emergenza.

La notifica proveniente dall’impianto pericoloso dovrebbe innescare l’implementazione del piano d’emergenza nell’area esterna, che inizia con una prima valutazione della situazione e porta ad una prima decisione sulla base della quale vengono intraprese azioni di risposta.

Nel caso di emissione di una sostanza tossica, la decisione di evacuare le persone potenzialmente esposte o di lasciarle in casa deve essere presa dal responsabile designato per il piano d’emergenza. La decisione deve basarsi sulla stima della possibilità di esposizione e dei possibili effetti sulla salute.

Dovrebbero essere presenti sistemi di allerta per avvisare la popolazione potenzialmente in pericolo dell’avvenuto incidente o dell’imminenza dello stesso.

  • Il sistema di allerta scelto può dipendere dal livello culturale locale e dalle condizioni capaci di renderlo efficace e tempestivo. Sistemi di allerta efficaci possono essere dotati, ad esempio, di sirene, messaggi telefonici automatizzati, sistemi di comunicazione con tecnologia mobile per avvertire la popolazione, od una combinazione di sistemi.
  • Le persone in potenziale pericolo dovrebbero essere informate sui sistemi adottati nell’emergenza e questi dovrebbero essere testati in anticipo affinché il loro utilizzo sia pienamente compreso dal pubblico e questo possa reagire in modo appropriato in caso di emergenza.

Il tempo di esposizione e la distanza dalla sorgente inquinante sono fattori importanti nel limitare l’esposizione delle persone. Minore è il tempo di esposizione di un individuo alla sostanza inquinante e maggiore è la distanza dello stesso dalla sorgente della contaminazione, minore sarà l’esposizione offerta.

Mentre le popolazioni lontane dalla sorgente di contaminazione possono essere colpite da un incidente chimico attraverso la contaminazione dell’acqua o del cibo, le persone direttamente esposte si trovano spesso all’interno del sito industriale. In un’area urbana, la popolazione può trovarsi nelle vicinanze di un veicolo danneggiato, che trasporta sostanze pericolose. Più raramente, la popolazione esposta si trova ad una certa distanza dal punto di emissione, a volte anche oltre i confini nazionali. Tra le potenziali aree colpite vi possono essere quelle comprese all’interno di territori nazionali confinanti, non dotati di adeguati piani di emergenza chimica.

L’identificazione dei potenziali rischi e delle zone geografiche dove gli effetti possono manifestarsi in caso di incidente chimico, costituisce parte del processo di pianificazione dell’emergenza. Dovrebbe consentire di perimetrare le attività industriali pericolose, tenendo in considerazione tutti gli aspetti di protezione della salute e dell’ambiente (inclusa la proprietà); dovrebbe, inoltre, favorire un processo decisionale per ogni caso in cui si debba individuare un nuovo sito per l’installazione di un nuovo impianto, o qualora si voglia pianificare una nuova area residenziale vicino ad un impianto esistente.